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Sin dagli esordi, e per oltre mezzo secolo, l'opera di Jacqueline Risset manifesta una stretta e intima relazione tra scrittura creativa e traduzione. In virtù dei poeti tradotti, dell'eco che dal laboratorio della traduttrice rimane impresso nella scrittura originale della poetessa e in forza della riflessione teorica da cui nasce e cui da vita, Jacqueline Risset s'inserisce a pieno titolo nella grande famiglia dei poeti-traduttori europei che, nel corso dei secoli, hanno scritto, e tradotto, contribuendo alla formazione di una tradizione letteraria sovranazionale. La sua poesia, le riletture di Dante, Machiavelli, Ponge, Lalla Romano, Esteban (per non citare quelle dei suoi 'altri' amori letterari e poetici, Leopardi, Apollinaire, Baudelaire, Rimbaud, Bonnefoy, Zanzotto, Belli...), e un forte pensiero libero, muovono un'onda vitale che ci avvicina, per fare un esempio, a un Dante inedito, "scrittore" e, per i francofoni, fino a ieri lontano. Jacqueline Risset «senza sacrificare fedeltà, ritmo e poesia, libera, ormai per sempre, chi traduce, dalla prigione dei versi». Premessa di Umberto Todini.